I numeri della malaria in Uganda

Con 228 milioni di casi accertati a livello globale nell’anno 2019, la malaria è ancora una delle principali minacce per la salute e le economie degli stati del Sud del mondo; in particolare, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 90% dei casi totali di malaria e la quasi totalità dei relativi decessi avvengono nel continente africano.

Tuttavia qualche passo avanti è stato recentemente compiuto: il World Malaria Report 2020 riporta che il numero di Paesi con meno di 100 casi di malaria autoctona è passato da 6 a 27 tra il 2000 e il 2020, nello stesso periodo 10 Paesi sono stati certificati malaria free dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si conferma inoltre il trend di diminuzione della mortalità collegata alla malattia, che è stata quasi dimezzata negli ultimi venti anni.

Questi dati sfortunatamente non rispecchiano adeguatamente la situazione l’Uganda che da sola detiene circa il 5% dei casi di malaria globalmente accertati nel 2020 ed è pertanto il terzo paese al mondo per numero contagi oltre che l’ottavo per decessi. Il problema riguarda principalmente la fascia debole della popolazione, in particolare le donne in stato di gravidanza e i bambini sotto i 5 anni. Questi ultimi risultano particolarmente esposti allo sviluppo di forme gravi della malattia, tanto che la stessa è diventata una tra le principali cause di mortalità infantile del paese dove i minori dei 5 anni rappresentano effettivamente ai due terzi dei decessi totali da malaria.

La situazione è oltretutto complicata dalle ricadute socio-economiche che l’epidemia porta con sé, dal momento che un singolo episodio di malaria può gravare in maniera significativa anche sui già esigui introiti a livello famigliare, vista la difficoltà di reperibilità e i costi necessari per acquistare i medicinali necessari.

Per questo motivo nel paese è stato avviato negli ultimi anni un apposito programma governativo, The Uganda Malaria Reduction Strategic Plan (UMRSP) per l’attuazione dei seguenti obiettivi strategici:

  • riduzione dell’80% dei casi di contagio accertati
  • estirpazione del parassita che ne causa la trasmissione
  • abbassamento della mortalità non oltre l’1 decesso ogni 100 mila abitanti

Si tratta di traguardi ambiziosi, ma oggi diventano un po’ più realistici grazie alla sperimentazione dell’apposito vaccino, il quale – si prevede – potrà arrivare a salvare decine di migliaia di bambini ogni anno. Per questo motivo è auspicabile che già nei prossimi mesi venga distribuito in tutta l’Africa subsahariana nel frattempo martoriata anche sul fronte del contrasto al COVID-19.

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